mercoledì 4 dicembre 2013

La politica in Giappone

Premettendo che non conosco alla perfezione il sistema politico giapponese nel suo complesso (regole, regolamenti, processi legislativi, diversi poteri e bla bla), quello che scrivo segue solo le mie esperienze dirette avute in Giappone, studi relativi alla tesi e leggendo vari libri più o meno di carattere storico.
Dal secondo dopoguerra ad oggi, in pratica da quando l'imperatore ha perso il suo potere esecutivo ed è diventato solo "simbolo", la maggioranza del parlamento è appartenuta quasi esclusivamente al partito liberale, la destra giapponese, con la sola eccezione del biennio 2010-2012 (gli anni dello tsunami e della crisi energetica ed economica).


Ognuno di noi associa il Giappone all'efficienza tecnica-economica e all'organizzazione dettagliata di qualunque cosa, ed infatti proprio questo l'ha condotto al terzo posto nella classifica mondiale dei paesi più ricchi (economicamente), superata solo da pochi anni dalla (poco civile) Cina. 
Facendo un paragone con l'Italia, nel paese del sol levante ogni tipo di servizio funziona perfettamente, come un ingranaggio ben oliato, tutto veloce ed indolore: 
le poste, gli uffici comunali, le banche, mai fila. Chiedi e ti viene dato e spiegato dettagliatamente (con fogli contenenti istruzioni anche in inglese). Negli uffici esistono le signorine che ti accolgono e ti indirizzano in base alle tue esigenze. C'è un numero di assistenza per qualunque cosa con la ragazza dall'altro lato della cornetta che ti risponde dopo 0,8 secondi e parla anche inglese. 
La burocrazia non è quella cosa che fa venire la febbre al sol pensiero. Ed è normale se si pensa che è proprio nel DNA del giapponese la maniacale pianificazione di ogni cosa (come scrissi tempo fa).
Ovviamente ciò è possibile anche perché non esiste il concetto di evasione del fisco (ma era scontato...) ed ovviamente le aliquote fiscali sono significativamente inferiori alle nostre, le bollette, nonostante la crisi energetica post Fukushima, molto basse;
il gas, 100% importato dall'estero (e sottoposto a processi costosi di rigassificazione bla bla...) è caro sì ma non come in Italia, come mai? Ah si giusto, da noi ci fu l'accordo per interessi personali tra il signor B e il dittatore Putin, sulle spalle degli italiani.

Insomma il Giappone sembra il paese delle meraviglie se confrontato al bel paese. Eppure qui i giochi e la spartizione del potere avvengono quasi più che in Italia.
Le cariche politiche più importanti sono legate ai poteri forti economici da solidi rapporti collusivi, in modo da proteggere i propri interessi da ambo i lati.
Non credo ci sia bisogno di dimostrare come si regge questo meccanismo, lo sappiamo perché siamo italiani. La differenza è loro non esagerano, distribuiscono la ricchezza tra i cittadini e il "surplus" se lo magnano tra di loro, senza troppe ripercussioni sulla società e il funzionamento del paese.
molti ne sono a conoscenza, almeno quelli più intelligenti, ma si limitano a non votare o a votare il meno peggio... pochi manifestano, come avviene ultimamente in seguito ad una legge molto di destra (per non dire fascista) che limita notevolmente la libertà di stampa, che, quest'ultima, in seguito alle vicende di Fukushima ha iniziato a "rompere le palle" indagando sugli accordi segreti del paese: 

http://video.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Video/Notizie/Asia%20e%20Oceania/PIANETA-GIAPPONE/2013/11/carrer-liberta-stampa/libertastampa.php

Infatti dopo Fukushima, una commissione indipendente investigativa (The official report of the Fukushima Nuclear Accident Independent Investigation Commission) ha rivelato ai cittadini e al mondo che l'incidente ai reattori nucleari è colpa dell'uomo, non della natura, poiché la TEPCo (proprietaria dell'impianto) non volle adeguarsi ai nuovi regolamenti internazionali sulla sicurezza nucleare (che peraltro prevedevano barriere anti tsunami più alte di quelle già presenti), con la benevolenza dell'organo di sicurezza nucleare del paese e di parte del mondo politico. E successe l'impensabile.

La massa, invece, non se ne cura di tutto ciò, sanno che il paese funziona, l'economia è stabile, e preferiscono seguire la loro routine lavoro, birra, pachinko e tette, manga, casa, TV demenziale e mogliettina accondiscendente (o, dal lato della donna, marito pigro e viziato). 



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