domenica 6 novembre 2022

Ōizumi, Nerima 大泉練馬, Tokyo, il quartiere di Ranma

 Il 6 novembre è il mio compleanno, e mi sono fatto un regalo: sono andato nel quartiere dove ho passato gran parte dei miei pomeriggi di quarta e quinta elementare (e non solo...), lì dove è ambientato Ranma 1/2.

A questo manga e anime associo i ricordi più belli della mia infanzia; la serenità, la spensieratezza, il calore, l'amicizia, la primavera, la torta alle mele, i pomeriggi a casa del mio migliore amico, la felicità. E sentivo il bisogno di ritrovare almeno per un pomeriggio quel po' di calore per il mio cuore acciaccato.


 Ore 10 circa. Da Okachimachi, quartiere dove soggiorno limitrofe a Ueno, nel pieno centro di Tokyo, mi imbarco sul treno della loop line di Tokyo, la Yamanote, che disegnando un cerchio tocca tutte le maggiori stazioni della capitale giapponese. Scendo ad Ikebukuro, dove cambio linea ferroviaria e prendo una più tranquilla Ikebukuro - Seibu line, la stessa che un paio di giorni fa mi ha accompagnato da Kyoko e Godai ad Higashikurume. Il treno si allontana dal caos del centro verso una più quiete periferia, quella delle villette dagli ordinati giardinetti divisi tra loro da tranquille viuzze che i protagonisti di ogni cartone animato giapponese degli anni '70 e '80 percorrono per tornare a casa.

Amo questo treno. I posti accanto alla cabina del macchinista sono solo miei. Gli unici che condividono lo spazio della prima carrozza sono un ragazzino di 14 anni forse, un vecchietto che legge un giornale e una ragazza, o meglio dire giovane donna, con occhiali e caschetto, che come me guarda perennemente fuori dal finestrino. Il sole e il cielo limpido rendono questo mio breve viaggio ancora più eccitante, e man mano che procediamo la ferrovia si eleva sempre di più, aiutando il mio sguardo a godere dei mille disciplinati tetti che si perdono verso l'orizzonte dei grattacieli di Tokyo.

 Arrivo a destinazione dopo una ventina di minuti, che sarebbero potuti essere dieci se non avessi optato volontariamente per il treno che si ferma ad ogni stazione. 

Ho voglia di caffeina, mi fermo dunque al primo conbini e mi auto-servo di un caffè americano con aggiunta di sciroppo di glucosio, lo stesso che prendo ormai ogni mattina prima di salire al ventinovesimo piano del palazzo che ospita la mia compagnia. Esco nel piazzale e mi siedo sulla ringhiera al lato della strada, di fronte all'ingresso di un santuario. Faccio finta di entrare, e nel frattempo mi chiedo dove sarà mai l'area esatta dove Rumiko ha disegnato le giornate di Ranma ed Akane? So che la mangaka stessa ha vissuto in questo quartiere quando era adolescente, o forse quando era studentessa universitaria, non ricordo bene... ma a guardare bene la mappa del quartiere mi rendo conto che non è mica piccolo, e non so bene da dove partire per rintracciare i punti cardinali del manga... primo di tutto casa dei Tendo... 

Ah! Che stupido... il canale dove Ranma cade sempre e si trasforma in ragazza! Quello dovrebbe essere semplice da rintracciare. Infatti, per mia fortuna è a due passi dallo stesso convenience store dove ho soddisfatto la mia voglia di caffè; eccolo, inizio a percorrerlo in direzione nord, così ad istinto, allontanandomi ancor di più dal centro di Tokyo.

 




 Dal vivo il canale sembra più piccolo, ancor di più il vialetto che lo costeggia, e l'acqua è completamente invasa da alghe e vegetazione varia... sarà che in autunno, ed in particolare quest'anno, in Giappone piove poco...

Cammino per qualche centinaia di metri, dunque decido di inoltrarmi nei vicoli in cerca di qualche altro indizio che mi riporti ad una scena del manga... due viuzze parallele al canale mi separano da una luminosa strada a doppia corsia, dove il mio istinto mi convince di aver trovato il ramen shop della nonna di Shampoo: un chuuka ryoori (ristorante cinese) chiamato Aikowa... peccato sia chiuso... ma le sensazioni sono buone, ed ottimista mi convinco che sono sulla strada giusta.





Per inerzia continuo sulla stessa strada che, vuoi per autosuggestione, mi riportano sempre di più al 1997. Oggi compio 35 anni, ma da questo momento in poi sono un bambino di 10 anni.

 





 Ma.... quella è... impossibile, l'ho già trovata!!!

 







 E' lei! Mi impongo che questo è l'edificio che ha ispirato Rumiko nel disegnare la casa dei Tendo. Bella, imponente, tradizionale, giardino curatissimo... non riesco a vedere se c'è anche il piccolo stagno con le carpe, ma ne sono sicuro, sono soddisfatto della mia scoperta. Good Job Vitto! :) 

Per quanto mi è possibile me la godo al massimo, su ogni lato, fino ad entrare in un grazioso vicoletto accanto al muretto di cinta della casa.


Mi piace, decido di percorrerlo, e lui come segno di riconoscimento mi regala fantastici scorci di villette dal respiro più o meno tradizionale. Mi commuovo.


Quartiere Verderuolo a Potenza. Anni '90, casa di nonna.


 
E' ormai ora di pranzo, ho fame ma non so bene cosa mangiare... più che fermarmi in qualche ristorante... magari l'okonomiyakiten di Okyo?... vorrei godermi il silenzio surrale di questo quartiere sedendomi sulla panchina del primo parchetto che trovo, con in mano il bento di un supermercato.

 




Entro qui dentro, un interessante mercatino di quartiere:

 

ma di bento non c'è traccia, a parte qualche ciotolina di riso pronto con tranci di pesce a lato... troppo poco per un pranzo di compleanno.

Continuo alla ricerca di un punto di ristoro, tra pacchiani ristoranti cinesi...

... e più rassicuranti persiane in bambù...

 






Alla fine mi addentro in un'immancabile Life, catena di supermercati che a quanto pare la fa da padrona anche qui a Tokyo, e prendo del riso in bianco con natto (fagioli di soia fermentati), semplici osomaki di tonno, insalata pseudo-russa, frutta secca mista, senbei (crackers di riso) e, pezzo forte, un non so cosa a base di crema di zucca, panna e lampone, che consacro mia torta ufficiale di compleanno:

Buona. Ma ciò che rende speciale questo bislacco pranzo di compleanno è l'ambiente attorno a me, un adorabile angolo verde immerso in un silenzio surreale, che mi chiede amabilmente di concederle alcune lacrime di serenità mista a nostalgia.

 



Driiinnn

Driiinnn

La sveglia suona. Abbandoniamo i ricordi, è ora di tornare all'ansia dei giorni presenti.







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