martedì 25 febbraio 2014

Nara

Nara fu capitale dal 710 al 794, nel pieno dell'"alto medioevo".
E' una Kyoto in miniatura, più tranquilla (shizuka come dicono in Giappone), è considerata la culla dell'arte e vi sono numerosi tra i monumenti più antichi del paese, come si nota da questa costruzione:




Da Kyoto si raggiunge in 45 minuti circa, si parte stesso dalla metropolitana per poi arrivare a prendere una coincidenza che ti conduce direttamente a Nara (le ferrovie giapponesi...).
Arrivati in stazione, 10 minuti di cammino e ci si trova in un immenso parco dove sono presenti i templi più importanti, tra cui il Todaiji (con all'interno l'immenso Buddha di bronzo che, ahime, non ho potuto vedere :( ).
Ma la cosa che più impressiona sono le centinaia di cervi, considerati sacri, che girano liberamente all'interno del parco e che interagiscono senza problemi con i turisti.

Ma ovviamente non c'è modo migliore per descrivere (in parte) questo piccolo gioiellino se non tramite le mie foto: (se capitate in Giappone, non potete non visitarlo)



















domenica 16 febbraio 2014

Odissea parte 4: Tokyo, capsule hotel, terremoto, karaoke e shinkansen.

O mio dio quante cose stanno succedendo in questo viaggio che proprio mmh veramente mmh non lo so proprio... il nostro eroe è rimasto bloccato una notte in aeroporto, il giorno dopo ha deciso di scappare a piedi verso la città più vicina per non dormire ancora una nuova notte per terra, trova un treno verso una città ignota dove finalmente riposa in un albergo; il giorno dopo arriva a Chiba da dove... ma ora osserviamo con attenzione l'ultima puntata di questa odissea:

Dalla stazione di Chiba faccio il biglietto per Ueno, la stazione principale di Tokyo, ma non senza fatica riesco a districarmi tra le varie tratte, i diversi treni (locale, semiespresso, espresso, espresso speciale, espresso supermegagalattico) e soprattutto il cambio nella giusta stazione dove prendere la coincidenza. 
Ma, finalmente, verso le 5 sono a Tokyo! 





Prima cosa che faccio è prenotare lo shinkansen per Kyoto per il pomeriggio successivo, unico modo per tornare a casa poiché, ovviamente, l'aereo è già andato perso... ma che lacrime per il mio portafoglio :(
Benché finalmente a Tokyo, la stanchezza è a livelli elevatissimi, lo stress dei giorni precedenti, i continui sali e scendi sui treni e il freddo influiscono sul mio fisico, quindi l'unico mio pensiero è rivolto ad un letto... prendo la metro e arrivo a Shinjuku, dove so che ci sono vari capsule hotel, il modo più economico per dormire a Tokyo.



Per fortuna ho un buon senso dell'orientamento, consulto velocemente una mappa in stazione e dopo un po' mi ritrovo nel cuore del quartiere del divertimento Tokyese! 





Palazzoni e grattacieli ammassati l'uno accanto all'altro pieni di luci e di insegne che indicano i vari locali nei differenti piani, gente ubriaca alle 9 - 10 di sera che passano da un izakaya ad uno dei 1.000 karaoke nella zona (il giorno dopo è festa nazionale quindi tutti fuori a divertirsi), chi urla, chi ride, ragazze in tacco 20 con cosce di fuori che barcollano, ragazzi che si abbracciano e si sorreggono.
Ad un certo punto mi ritrovo nella zona dei night club e vengo fermato da 7 o 8 persone (per di più uomini di colore) che mi chiedono in inglese circa la stessa cosa: "ehi where are you going?" "to sleep!" "don't you want to have fun before? Do you like japanese girls? Come with me, 25.000 yen sex for 1 hour, very beautiful girls!!" 
All'inizio controbatto "noo dai sono stanco la prossima volta..." oppure "Takai desu ne!!" (troppo caro!!) Ma dato che non si scrollano, con gli ultimi uso la tattica "I'm sorry, I already had fun, now I'm tired, no more energy!"
Finalmente dopo un vagare di quasi un' ora trovo un capsule hotel abbastanza economico, 3.800 yen. Mi ci fiondo.





Nella struttura risuona una canzoncina tipo ninna nanna, ma devo ammettere che sono un po' nervoso, è una situazione un po' strana, sono in mezzo a salary man in accappatoio e pigiama, qualcuno nudo, col viso distrutto dalla routine Tokyese, e soprattutto non so se sono comodi o no sti loculi dove infilarmi e dormire... per fortuna scopro che non sono poi così piccoli, c'è spazio per respirare... ma non quello per i miei piedi, che rimarranno fuori dalla capsula per tutta la notte!
Mangio i miei 2 onigiri comprati al conbini, mi lavo i denti nel bagno in comune e crollo in un sonno profondo.

Ore 4, durante uno dei miei soliti risvegli notturni... avverto un tremolio abbastanza evidente, capisco subito che è un terremoto, ma per 5 secondi circa è più un movimento sussultorio (verticale) abbastanza strano... poi inizia subito un vero oscillare ondulatorio, 10 secondi circa, quarto grado né più né meno... poi stop. Niente di che, ma quel che basta per svegliarmi e farmi pensare "cazzo o sono io sfigato o a Tokyo la terra non è mai ferma!"
Nonostante questo però crollo subito a dormire nuovamente, niente può fermare il mio riposo...?

Ore 8, sveglia, solito caffè annacquato, biscotti, banana (quel che passa il convento...) doccia nel bagno pubblico tra giappoman stravaccati nella mega vasca di acqua calda, e via verso le vie Tokyesi!





La prima cosa che si nota nel centro di Tokyo è l'assembramento di palazzoni l'uno attaccati all'altro, sembra davvero una giungla di cemento, dai treni si nota ancora di più, poiché scorrono su binari rialzati a pochi passi dai palazzi, così da notare lo spazio minimo tra muro e muro e tra finestra e finestra.
Dopotutto, è l'unico modo per far vivere in quell'area decine di milioni di persone.
Lascio subito Shinjuku e mi avvio verso la periferia della città, dove ho appuntamento con alcuni amici.



Uscito dal centro di Tokyo, il treno percorre diversi quartieri popolari, con palazzoni appunto popolari e strutture tipicamente periferiche, il color cemento è la dominante del paesaggio, oltre al bianco della neve.
Arrivo in questo quartiere né carne né pesce, mi siedo in un locale e ordino dei noodle e un caffè in attesa che arrivino gli altri.
Karaoke!! Questo il piano... i miei amici in Giappone sanno che non ne vado matto, anzi quando posso lo evito molto volentieri! Ma devo dire che questa volta mi sono divertito, sarà che eravamo in pochi ma buoni, non chiusi in una stanza soffocante e piena di fumo... e sono riuscito anche ad esibirmi in un "con te partirò"! ;)




Abbandono in anticipo il party e corro verso la stazione di Tokyo, dove mi aspetta lo shinkansen... non vorrei perdere anche quest'ultimo modo per tornare a Kyoto!
Da fuori è davvero molto bello, impressiona quasi! Non ho avuto tempo per fotografarlo per sfortuna, ma su internet se ne trovano un sacco di foto:


Foto wikipedia

Dentro, a parte i posti comodissimi (1 ora di sonno meraviglioso) nessuna esperienza speciale, visto che la velocità credo sia la stessa dei freccia rossa... 
La cosa importante è che dopo 2 ore e mezza sono a Kyoto. Odissea finita! 

A posteriori, un bel ricordo! 


venerdì 14 febbraio 2014

Odissea parte 3: Choshi

Kuzumi, Namegawa, Shimousakozaki, Oto, Sawara, Katori, Suigo, Sasagawa, Shimousatachibana, Shimousatoyosato, Shiishiba, Matsugishi, Choshi. Il treno "regionale" percorre per un tratto iniziale campagne coperte di neve, casette, piccole collinette coperte da boschetti; poi il paesaggio si trasforma e mi torna in mente la superstrada tra Candela e Foggia, pianure brulle e color giallo grano con qualche casa qua e là e luci in lontananza... dopo quasi un'ora dalla partenza, col buio già calato, mi iniziano a venire i dubbi e a credere che questa città sia un po' troppo al nord, non vorrei arrivare a Fukushima...! Nel treno salgono e scendono molti vecchietti, alcuni ragazzi e ragazze in divisa scolastica e qualche "bifolco" (all'americana maniera) con il viso tipico di chi lavora costantemente sotto il sole... ed anche i tamarri di paese, che non mancano nemmeno nelle provincie giapponesi ;)
Per fortuna alle 18.30 circa, dopo 1 ora di viaggio, il treno si ferma a Choshi! 
E' arrivato il momento della verità, sarà abbastanza grande questa cittadina di provincia da contenere almeno un albergo decente? 



Supero i tornelli e chiedo all'ekiin info su qualche hotel "sumimasen, koko no chikaku ni hoteru ga arimasu ka?" e mi mostra una mappa con tutti gli alberghi della città, 5 circa... ottimo! Ora bisogna solo trovare il più conveniente...
Appena esco dalla stazione noto subito che la cittadina è davvero carina, una piazzetta con alcune palme e una fontana al centro, marciapiede con san pietrini grigio chiaro, tutto ben tenuto, uno stradone, con ai lati piccole arcate con negozi e zona pedonale, che dalla stazione prosegue diritto verso ciò che ancora non conosco, ma che mi incuriosisce scoprire.
Percorro questo stradone principale, gli edifici ai lati sono di 2 o 3 piani, con l'eccezione di alcuni palazzi che al massimo raggiungono i 5 piani... lungo questo trovo 2 dei 5 alberghi: il primo è troppo costoso, lo capisco già appena varco la porta scorrevole, 7.700 yen per notte, troppo; nel secondo, in stile tradizionale, mi accoglie una vecchietta mezza rimbambita, forse dormiva, che mi espone il costo "gosengohiaku en, daijoobu?" 5.500, non tantissimo ma non ho voglia di dormire in una stanza tipica giapponese, semplicemente perché sono fredde d'inverno e il futon a terra non è comodissimo, e la mia schiena chiede pietà!
Quindi vado alla ricerca di qualche altro hotel, ma prima mi fermo in un piccolo locale di sushi d'asporto, dove i 2 proprietari ti preparano all'istante il sushi che preferisci davanti ai tuoi occhi... 6 pezzi al salmone, 2 ai gamberi, 1 anguilla e 1 all'ignoto pesce bianco per 450 yen, good! 
Tornando verso la stazione trovo un conbini dove finisco di rifornirmi per la sera e il caffè mattutino, dunque mi infilo alla destra dello stradone e seguo la scritta "Hotel" che mi compare in alto in lontananza, facendo zig zag tra le stradine poco illuminate e deserte di Choshi. 
Arrivo dentro questo terzo hotel, chiedo alle 2 signorine in reception info sui prezzi ma la risposta non mi piace, più di 7.000 yen... ok grazie, "torno in quello da 5.000 yen", penso, visto che non sapevo dove fossero disposti i rimanenti 2 hotel ed ero troppo stanco per continuare a camminare.
Ma, varcato l'ingresso ed arrivato nel parcheggio di fronte all'albergo, ne noto un'altro in lontananza, anzi nemmeno troppo lontano, sempre grazie alla scritta "Hotel" sul tetto dell'edificio. Proviamo...
Dopo nemmeno 200 metri arrivo dentro quest'ultimo, noto subito quanto sia triste l'arredamento all'interno, stile anni 50 con mobili e rifiniture in legno, il tutto però abbastanza oltre i limiti del pacchiano; la signora alla reception, con coda, orecchiette a sventola molto comune in Giappone e sguardo umile ed intimidito, mi dice che per notte una singola viene 4.500 yen. Io esulto, pago e salgo verso la mia stanza.



Mi sento come un bimbo, ho la mia stanza bella calda, il mio letto, il mio bagno, la mia doccia, anche la TV per guardare i drama e le olimpiadi commentate in giapponese, che voglio di più dalla vita?
Mi siedo sul letto, mangio il mio sushi e crollo in un sonno profondo...

Lunedì 10 febbraio, ore 10.
"Caffè", onigiri, doccia, dopodiché lascio il mio amato albergo (arredato da un ipovedente) verso un luogo dove riempire lo stomaco.
Ma prima ne approfitto per girare la cittadina, solcata da un cielo abbastanza sereno e con una temperatura mite.

Fuori dal mio albergo



Camminando scopro che Choshi affaccia sul mare, sull'oceano pacifico. In queste foto sono seduto sulle rive dell'estuario del fiume che si getta subito dopo in mare:




Ritorno in direzione stazione ed incontro un negozietto simil mercato - equo e solidale, con dei tavolini per mangiare all'interno, dove prendo queste fantastiche crocchette alle zucchine:



crocchette, the caldo, e via verso qualche treno per Tokyo!








Sono le 12.30 circa, la situazione treni verso Tokyo dovrebbe essersi ristabilita, quindi faccio il biglietto per Chiba, da dove cambierò treno, entro nel regionale e mi siedo in una carrozza semi vuota ed illuminata dal sole. 
Prima di raggiungere Chiba ci vorrà un ora e più, 16 fermate, da cui salgono esclusivamente liceali usciti da scuola... è il festival delle gambe all'aria! Credo sappiano tutti che ogni liceo in Giappone ha la propria divisa "da marinaio" che tutti obbligatoriamente devono indossare, e che quella delle ragazze consiste in una gonna (in molti casi molto corta) con calzettoni e mocassini... beh l'effetto è strano, ed è meglio chiudere qui il discorso!

ore 14, arrivo a Chiba... la differenza con Choshi è evidente, ora sono in una grande città, una tipica grande città giapponese, ma già mi manca la mia cittadina di provincia...




Mangio un riso al curry veloce e mi adopero per trovare un modo per arrivare finalmente a Tokyo... (continua)