martedì 8 aprile 2014

I giapponesi e i sakura

Aprile, il mese dei ciliegi in fiore. Per Kyoto si possono trovare ovunque per le strade, molte abitazioni possono vantarne uno al suo fianco.
Non bisogna necessariamente cercarli nei parchi o nei giardini dei vari templi... basta camminare per le stradine nascoste e silenziose dell'antica capitale, o accanto ad un canale o ad una ferrovia, per veder spuntare un ciliegio o diversi di essi uno accanto all'altro.






I sakura sintetizzano l'essenza propria dei giapponesi: la caducità dei momenti.
Aspettano per un intero anno questi 10 giorni per poterne godere a pieno ogni momento, facendo foto, passeggiate o pic nic sotto i loro rami... tutti diventano bambini eccitati, perfino i vecchietti si scattano emozionati le foto accanto agli alberi o cercano l'inquadratura migliore per fotografare i fiori. 

Lavorano come delle macchine per tutto l'anno per poi potersi godere 15 giorni di vacanza dall'altro lato del mondo, seguendo un programma fisso e predeterminato (insomma manco nelle vacanze possono godersi un po' di flessibilità).

Pianificano le serate insieme agli amici 15 giorni prima, come se per loro l'attesa (più lunga possibile) sia più piacevole del piacere stesso.

Nonostante questo, e nonostante il livello di stress che sicuramente supera quello degli altri paesi nel mondo, è interessante vedere come, con poco, sembrano felici ed appagati.










giovedì 3 aprile 2014

Viaggio in Vietnam, l'ennesima Odissea. Parte 3: La beffa.

... la dipendente della China Airlines non mi trova nella lista dei passeggeri... 
le mostro la stampa della mia prenotazione e si viene a scoprire che quei bravi cristi dei cinesi, poiché ho perso il volo d'andata, hanno cancellato la mia prenotazione per il ritorno. Ovviamente ad Osaka nessuno mi ha detto niente a riguardo quando ho chiesto assistenza.

Il personale vietnamita al check in devo dire che cerca fino all'ultimo un modo per trovarmi un posto, ma purtroppo l'aereo è già tutto pieno. Dunque non mi rimane che cavarmela con le mie sole forze, come al solito nelle mie "avventure".
Grazie al santo Iphone e alla connessione wi-fi scroccata in una caffetteria in aeroporto, trovo un biglietto low cost per il giorno dopo, con scalo a Manila, Filippine. 



Ora non mi rimane che contattare un amico che vive ad Ho Chi Minh, che conobbi 2 anni fa in Italia, e farmi aiutare per trovare una sistemazione estremamente low cost, poiché i soldi ormai scarseggiano. 
E, nella sfortuna, sono stato molto fortunato:
Dopo 1 ora circa mi raggiunge in aeroporto col motorino, mi porta immediatamente a prenotare una stanza in un hotel per 10 euro a notte (mi sarei aspettato di peggio all'interno, però almeno sembra pulito) e, 7 di sera ormai, abbiamo anche tempo per mangiare in un locale "impossibile da trovare per i turisti" (come mi dice lui, soddisfatto) ma pieno di piatti strani e interessanti: raviolo gommoso di riso con dentro gamberetti, pasticcio strano di mochi al riso e qualcosa di fritto e croccante, da mangiare con un sughetto di pesce asprigno e dall'odore poco invitante, e i classici noodle in brodo con carne, benché la temperatura in città sia di 30 gradi.

Ma la parte più interessante della serata è il giro in moto dietro di lui che mi fa da guida per le strade di Saigon (Ho Chi Minh)... mi sono sentito un autoctono, in mezzo all'impressionante fiume di moto nelle strade della città, tra uno slalom e l'altro, evitando la gente che attraversa a caso le strade e gli altri motorini assassini. 
E finalmente sono riuscito a scoprire racconti interessanti sulla cultura e stile di vita vietnamita, poiché il suo inglese è molto più che fluente e siamo riusciti a comunicare senza problemi, cosa che invece non è potuta accadere con i miei amici in Da Lat...
la cosa più interessante è sicuramente che all'interno del paese esistono 4 diversi Vietnam, nord, centro, sud e isolette, con dialetto così differente da risultare una lingua quasi incomprensibile per gli stessi vietnamiti, e con influenze anche sul cibo e sulla cultura... dopo tutto, fu il nord del paese a "costringere" il sud all'unione.

Un po' di foto mentre correvamo in motorino:









E la birra bevuta seduti per terra sul marciapiede in mezzo alla movida vietnamita:




Verso le 10 torno in hotel e crollo, sfinito dopo una giornata surreale. 
Dormirò anche durante tutto il viaggio di ritorno su entrambi gli aerei, e verso le 9 di sera finalmente atterro ad Osaka, che appare così pulita e ordinata rispetto al Vietnam...

Considerazioni finali su questa avventura: l'ennesima odissea, non riesco a stare mai tranquillo e rilassato godendomi una normale vacanza da turista... ma ne è valsa la pena.
Ho scoperto un paese interessante, povero ma attivo, la gente ha soldi solo per vivere nel quotidiano, ma riesce a divertirsi senza dover esagerare per forza. 
Non si ammazzano di fatica come i giapponesi, preferiscono mangiare e bere ogni sera tutti insieme, con meno soldi ma forse più felici.


mercoledì 2 aprile 2014

Viaggio in Vietnam, l'ennesima Odissea. Parte 2: Si parte!

25 marzo
Mi sveglio dopo una lunga dormita nel mio futon, faccio colazione guardando i bizzarri programmi della TV giapponese, mi preparo e decido di fare una camminata, poiché mancano ancora molte ore alla partenza.
Consulto google map sul cellulare e decido di andare verso Kumatori... perchè il nome mi ispira!
Dovrebbe distare una 30 minuti a piedi, il tempo è nuvoloso ma non minaccia pioggia e non fa per niente freddo, quindi non perdo tempo e mi avvio.








Arrivato in questa piccola cittadina di provincia, trovo un negozio dove ti preparano all'istante il bento che desideri... mmh :D 
Mi siedo in un piccolo parchetto e pranzo mentre attorno i bambini giocano e gridano.




Mi sento rilassato! Però ora è meglio tornare in ryokan, che la strada è lunga e devo prepararmi alla partenza.





Vietnam
Il viaggio questa volta è andato liscio per fortuna. Osaka - Kuala Lumpur - Ho Chi Minh.
Ora confrontate le foto in alto e quelle che ho scattato in Giappone con queste qui sotto:









Appena arrivo mi accolgono 2 amici che mi portano a mangiare tipico vietnamita:



il cibo in Vietnam è squisito, risente molto della vicinanza con la Cina ed infatti è facile vedere noodles, riso saltato con carne e verdure facilmente reperibili anche in quei ristoranti di Paolo Sarpi a Milano frequentati esclusivamente da cinesi (i ristoranti cinesi per cinesi, per intenderci, non quelli italianizzati).



Questi noodle li ho presi in una tavola calda molto rustica, con livelli di igiene molto precari ma economicissimo: con 1 euro sei più che sazio.

Ho voluto sperimentare la vita quotidiana di un normale vietnamita, dunque ho lasciato la grande città Ho Chi Minh e ho soggiornato per 4 giorni a da Lat, una città di provincia dove i miei amici hanno un hotel in cui mi hanno fatto pernottare gratuitamente. 
Ho seguito questa famiglia nelle campagne, per far visita agli amici, sono andato a giocare a biliardo con i cugini e ho giocato con le figlie piccole, incuriosite ed eccitate alla vista di un occidentale...
Mi hanno offerto la cucina tipica del posto, il vino prodotto dalle banane, e siamo andati in un club privè, dove, tra ragazze immagine in tiro e ragazzi in camicia, per un attimo ti dimentichi di essere in mezzo alle strade dissestate e sporche, in mezzo al casino dei motorini e della gente che grida per strada dietro alle bancarelle.














L'ultima sera la mia amica ha la brillante idea di invitarmi a mangiare insieme allo zio e ai suoi amici "camorristi"... una decina di uomini, per carità simpatici (a modo loro), ma dal viso poco rassicurante che iniziano subito a brindare con del liquore locale... 1, 2, 3.... 50 volte, ogni 5 minuti, finendo in 30 minuti 2 bottiglie ed obbligando la cameriera, che è parcheggiata accanto al nostro tavolo, a riempire ogni volta i bicchierini; ogni qual volta si allontana da noi, urla selvagge la fanno correre immediatamente per servire i maschi assetati. Dopo qualche brindisi decido di arrendermi, il mio fegato non è ai loro livelli, ma a loro questa decisione non è gradita, mi "costringono" a farne altri 2, finché mi svesto dall'atteggiamento composto e me ne frego dei loro sguardi indagatori...
arriva un nuovo amichetto, che subito mi stringe la mano e mi chiede un brindisi di benvenuto, io rifiuto (cortesemente) ma evidentemente questa cosa non va giù allo zio della mia amica, il quale ha organizzato la cena: dice qualcosa nell'orecchio di lei, quest'ultima si gira verso di me e mi dice "possiamo anche andare ora..."

30 marzo
Alle 17.30 ho l'aereo per Taipei, scalo per arrivare ad Osaka. Parto alle 9.55 dall'aeroporto di Da Lat ed arrivo ad Ho Chi Minh, dove aspetto fino alle 15.30 circa finché non apre il check in... arriva il mio turno, e scopro che c'è un problema... un gravissimo problema!!