giovedì 3 aprile 2014

Viaggio in Vietnam, l'ennesima Odissea. Parte 3: La beffa.

... la dipendente della China Airlines non mi trova nella lista dei passeggeri... 
le mostro la stampa della mia prenotazione e si viene a scoprire che quei bravi cristi dei cinesi, poiché ho perso il volo d'andata, hanno cancellato la mia prenotazione per il ritorno. Ovviamente ad Osaka nessuno mi ha detto niente a riguardo quando ho chiesto assistenza.

Il personale vietnamita al check in devo dire che cerca fino all'ultimo un modo per trovarmi un posto, ma purtroppo l'aereo è già tutto pieno. Dunque non mi rimane che cavarmela con le mie sole forze, come al solito nelle mie "avventure".
Grazie al santo Iphone e alla connessione wi-fi scroccata in una caffetteria in aeroporto, trovo un biglietto low cost per il giorno dopo, con scalo a Manila, Filippine. 



Ora non mi rimane che contattare un amico che vive ad Ho Chi Minh, che conobbi 2 anni fa in Italia, e farmi aiutare per trovare una sistemazione estremamente low cost, poiché i soldi ormai scarseggiano. 
E, nella sfortuna, sono stato molto fortunato:
Dopo 1 ora circa mi raggiunge in aeroporto col motorino, mi porta immediatamente a prenotare una stanza in un hotel per 10 euro a notte (mi sarei aspettato di peggio all'interno, però almeno sembra pulito) e, 7 di sera ormai, abbiamo anche tempo per mangiare in un locale "impossibile da trovare per i turisti" (come mi dice lui, soddisfatto) ma pieno di piatti strani e interessanti: raviolo gommoso di riso con dentro gamberetti, pasticcio strano di mochi al riso e qualcosa di fritto e croccante, da mangiare con un sughetto di pesce asprigno e dall'odore poco invitante, e i classici noodle in brodo con carne, benché la temperatura in città sia di 30 gradi.

Ma la parte più interessante della serata è il giro in moto dietro di lui che mi fa da guida per le strade di Saigon (Ho Chi Minh)... mi sono sentito un autoctono, in mezzo all'impressionante fiume di moto nelle strade della città, tra uno slalom e l'altro, evitando la gente che attraversa a caso le strade e gli altri motorini assassini. 
E finalmente sono riuscito a scoprire racconti interessanti sulla cultura e stile di vita vietnamita, poiché il suo inglese è molto più che fluente e siamo riusciti a comunicare senza problemi, cosa che invece non è potuta accadere con i miei amici in Da Lat...
la cosa più interessante è sicuramente che all'interno del paese esistono 4 diversi Vietnam, nord, centro, sud e isolette, con dialetto così differente da risultare una lingua quasi incomprensibile per gli stessi vietnamiti, e con influenze anche sul cibo e sulla cultura... dopo tutto, fu il nord del paese a "costringere" il sud all'unione.

Un po' di foto mentre correvamo in motorino:









E la birra bevuta seduti per terra sul marciapiede in mezzo alla movida vietnamita:




Verso le 10 torno in hotel e crollo, sfinito dopo una giornata surreale. 
Dormirò anche durante tutto il viaggio di ritorno su entrambi gli aerei, e verso le 9 di sera finalmente atterro ad Osaka, che appare così pulita e ordinata rispetto al Vietnam...

Considerazioni finali su questa avventura: l'ennesima odissea, non riesco a stare mai tranquillo e rilassato godendomi una normale vacanza da turista... ma ne è valsa la pena.
Ho scoperto un paese interessante, povero ma attivo, la gente ha soldi solo per vivere nel quotidiano, ma riesce a divertirsi senza dover esagerare per forza. 
Non si ammazzano di fatica come i giapponesi, preferiscono mangiare e bere ogni sera tutti insieme, con meno soldi ma forse più felici.


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