giovedì 3 novembre 2022

HIGASHIKURUME 東久留米市 , IL QUARTIERE DI MAISON IKKOKU

Maison Ikkoku è il mio anime/manga preferito, assieme a Ranma 1/2, entrambi della mangaka Rumiko Takahashi.

Una delle cose che mi lega di più a questi cartoni, oltre che i miei felici scorci di vita da scolaretto delle elementari che lego ad ogni episodio, è la fedele rappresentazione dei quartieri in cui vivono e si sviluppano i protagonisti... le strade, i canali, i locali, i bagni pubblici, gli sguardi di vita quotidiana che ti fanno sentire lì con loro, nella tranquilla periferia nord di Tokyo.


Maison Ikkoku, appunto, è ambientato in un quartiere periferico a nord di Tokyo, Igashikurume, distante poco più di 15 minuti da Ikebukuro se si prende il treno espresso veloce della Seibu Ikebukuro Line 西武池袋線, oppure 30-40 minuti se si opta per un semi-espresso o locale della stessa linea.




Amo le stazioni giapponesi, soprattutto durante una limpida giornata di sole.

 


La realtà non può mai combaciare esattamente con i colori più soffici di un anime, ma ammetto che mi illudevo di una maggiore somiglianza soprattutto nei dintorni della stazione, e del famoso passaggio a livello... ma sono pur sempre passati trent'anni da quando Rumiko iniziò a disegnare queste strade nel lontano 1980.


 




Dall'uscita nord della stazione proseguo ad ovest lungo la ferrovia, verso quella parte di Higashikurume dove scorre la vita di Godai e Kyoko. Dopo poche centinaia di metri incrocio il famoso canale sulla cui sponda Godai usava sedersi e riflettere delle sue dolci complicazioni sentimentali... nel cartone l'erba è verde ed invitante, mentre qui mi appare un tappeto più marroncino e poco idoneo alla seduta o ad un pick nick.

Dopo essermi goduto un po' di sole autunnale torno indietro verso la ferrovia e proseguo su ad ovest, dove nell'anime la via inizia ad inerpicarsi ripida, ma dal vivo la pendenza è molto più leggera.

Mi ritrovo in un'area residenziale, ci sono ovunque solo casette indipendenti a uno o due piani e dotate di giardino privato curato in modo più o meno maniacale. E' qui che inizio a cercare la pensione Ikkoku, o meglio quella che potrebbe essere la fonte di ispirazione di Rumiko per la concezione della maison ikkoku; ricordo di aver letto da qualche parte che la mangaka, cresciuta non lontano da qui (nel quartiere di Ōizumi-gakuen, lo stesso di Ranma1/2, di cui scriverò nel prossimo post), quando era piccola subiva l'attrazione spettrale di una vecchia e ingombrante struttura fatiscente abbandonata decenni prima dai proprietari, in cui sarebbe voluta entrare a curiosare. Ma subito mi salta all'occhio questa vecchia casa:




 
E' in vecchio stile giapponese, non antico, o vintage, o datato... ma proprio vecchio, e ci aggiungo anche trasandato, ma ci assomiglia molto, anche per le dimensioni e per il poco che si vede della passerella esterna... peccato per la vegetazione e il muro che copre la maggior parte della visibilità.


Proseguo dritto, la strada non sale più ma si assesta pianeggiante su un reticolo di stradine, casette, giardinetti e pilastri della luce.

 





Dopo un po', arrivato al limite estremo del quartiere (per intenderci al confine con la cittadina di Kiyose) incontro un'altra possibile maison ikkoku, che mi si mostra molto più rispetto alla precedente:






Purtroppo non riesco a coprirla di scatti per via dell'anziano proprietario accanto al cancello intento a lavare la macchina, ma comunque si intravede uno stile tradizionale più curato e accogliente, come il giardinetto interno e i suoi panni lasciati pazientemente appesi.


Ah, ho avuto anche la fortuna di imbattermi nel campetto da tennis di Mitaka:




Che dire... nonostante la realtà non sia il cartone, è stato bello perdermi tra le strade di Godai, evadere dal 2022 e ritrovarmi avvolto dalle calde e nostalgiche emozioni di Maison Ikkoku.








Nessun commento:

Posta un commento