giovedì 13 febbraio 2014

Odissea parte 2: La fuga

Ci sono volute circa 30 minuti per capire come imboccare la statale verso la città di Narita, poiché, usciti dal terminal 2 dell'aeroporto, ci si trova davanti a diverse strade e sopraelevate che ti fanno perdere completamente il senso dell'orientamento. Decido di salire su un cavalcavia per comprendere meglio la situazione dall'alto, attraverso 2 stradoni, seguo quella che potrebbe essere la via verso l'uscita principale e, finalmente, sono fuori dai confini dell'aeroporto! Un senso di eccitazione e liberazione mi assale all'improvviso, libero!! Questa foto immortala l'evento, pochi secondi dopo aver varcato il cancello:



Spinto dall'entusiasmo, inizio a macinare km su km seguendo le indicazioni dei cartelli.
Per fortuna c'è un marciapiede che percorre tutta la statale su cui posso camminare senza pericolo, benché molti tratti sono coperti dalla neve e non è proprio l'ideale per la mia valigia trolley... ma dopo quello che ho passato, questa è solo una rilassante passeggiata.




Sono le 4 circa, mancano 4 km alla meta e ne ho già percorsi 6 più o meno, ed in questo momento il mio fedele marciapiede mi abbandona, costringendomi a camminare sul ciglio della strada con le macchine che mi sfrecciano vicino (la statale è rimasta aperta nonostante la neve, mentre l'autostrada verso Tokyo è ancora chiusa). 
Ma la fortuna mi assiste ed un'auto si accosta poco più avanti di me, una donna cinese si affaccia dal finestrino e mi urla qualcosa... non riesco a sentire ma nonostante ciò capisco cosa sta per succedere e la guardo come se fosse un angelo sceso dal cielo... "Where are you going?" "To Narita station." "Do you have a map?" "Ehm, no!" ... (parla con il fratello accanto) ... "Ok come in!!" 
Un uomo e una donna cinesi che dall'aeroporto vanno verso nord, non ricordo dove, ma senza problemi deviano il proprio tragitto per accompagnarmi alla stazione di Narita... non li dimenticherò mai!

Dopo 50.000 ringraziamenti, finalmente arrivo.



E scopro che l'avventura è tutt'altro che finita... di treni per Tokyo nemmeno l'ombra, il personale della stazione dice di aspettare ma di non sapere quando passeranno e se passeranno, anche qui una folla di persona ammassata fuori e sulla banchina in attesa di qualcosa che li conducesse verso la capitale.
Sono distrutto, quindi decido di trovare un albergo e di continuare il viaggio il giorno dopo...
"Here all the hotels are full!", le parole della tizia del centro informazioni "Come back to the airport so you can sleep in a warm place!" 
Ma tu te lo scordi!! Io in aeroporto non ci torno più!! 
Il nervosismo mi riattiva il cervello e pondero, controllo la mappa delle linee ferroviarie e noto che le vie sono 3: Chiba/Tokyo (bloccata), Airport e Chooshi. Ok, non so dove sia quest'ultima città ma è lì che andrò e troverò dove dormire! 
Compro nel conbini un onigiri e un intruglio di limonata e vitamina C (uno dei tanti healthy drink dei supermercati giapponesi), faccio il biglietto, arrivo in banchina e salgo a tempo a tempo sul treno direzione Chooshi, semivuoto, e finalmente mi siedo e rilasso la mente.
Nel binario affianco cumuli di persone ferme in attesa, nella mia carrozza una manciata di persone tra cui 2 anziani che, parlando, non mi tolgono lo sguardo di dosso... nel frattempo il treno parte e io ottimista affronto quest'altra avventura verso l'ignoto. (continua)...

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